Ed ora?
Milano, 23.10.2003
 
Se ti pare abbastanza,
credere sia questa la ragione,
e dopo l'acquazzone,
giunti nella sera della stanza,
aver chiuso le finestre,
perdere nel buio il nostro sguardo,
sapendo solo ciò che volevamo;
se questo mai risponda
alla domanda “Ed ora?”
Con qualcosa sulle mani
un pennarello, una matita,
un tratto indelebile per finta
scriverci parole per domani?
Quando tutto tornerà,
i guai di questa primavera,
pronunciata a bassa voce,
torneranno e sulle mani
non sapremo a quale linea
affidarci per sapere o reinventare?
Quando il nostro sguardo,
facile bersaglio degli inganni
avrà di Dio la smorfia atroce,
di chi ti ha scritto, e non ha mosso un dito?
Quando una parola
sarà forse troppo? Quando allora
sarà forse tardi
per domandarsi quanto tempo ancora
avremo per amare questa vita?
O sarà il gesto di qualcuno
la mia sola ed unica reazione,
che deciso per il mondo
senza mai poterti avere,
o si riassuma in qualche sbaglio
non commesso per amore?
Basterà conoscerti e sperare?
Tenere duro, la paura averla dentro
e non poterla mai afferrare?

Se a te pare,
possa questo consolarti
ti confesso,
dove ho messo quel che conta,
la mia vera biblioteca
in cui ripongo i libri a sera,
da cui tutto prende voce,
tace, scivola e riaffiora,
cui ho dettato la mia sola
regola bollata, dal Vangelo.
Infinita tradizione che non placa,
questa è stata
ed è tuttora la memoria
che infedele ruota, traccia e mi segnala
scaltri movimenti all'orizzonte,
quando in fondo al pozzo nella notte,
non è l'acqua che si muove,
ma il sonoro vuoto d'esser solo
un tempo andato, al quale
torce il collo un condannato,
che la luna in fondo a quello
raggiunge coi suoi raggi
e che sorride, sì, sorride,
ai miraggi di uno specchio
in fondo al male.

 
Copyright (C) 2003 Riccardo Bagnato [www.bagnato.it]
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