Zerlina 2003
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Milano, 02.09.2003 | ||
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Va’, parti, è meglio di me, è meglio così. Ricorderò quei giorni, quando ci plasmava i cuori il tempo e ci lasciava stare il mondo, Quando, come argilla con le mani trovavamo intorno, senza fatica e ancora il marmo di ogni cosa e i nostri corpi sembravano di Grecia antica. Va’, parti, ricorderò la primavera e i mari, le montagne, il sole e i fiumi, quando l’estate in fiamme e l’inverno era lontano, quando spezzavi le mie parole con la dolcezza del tuo pudore e mi dicevi “ti amo”. Va’, parti, ricorderò le discussioni, le passeggiate a vuoto fra i pensieri che non ho più pensato, la complessità dei gesti che tanto ci sembravano banali quando prendevi la mia mano e pronunciavi i nostri nomi. Va’, non voltarti, sulle spalle il giorno perde luce e mostra il dorso alle colline all’orizzonte il volto, la luna al pianto. Non c’è nessuno che al tramonto sappia aspettare così a lungo senza morire. Va’, non cercarmi, ricorderemo ognuno senza posa di ogni cosa la metà mancante, da quella guarderemo il mondo e il mondo guarderà attraverso l’Universo e gli altri e noi trasparenti o invasi dagli eventi sapremo tutto ormai e non potremo dirci niente. Va, qualcosa succederà, ricorderò come origami avvolti intorno ai tuoi sospiri i miei “saremo”, tu, che mi hai lasciato senza niente per cui ho imparato lentamente, a farcela con molto meno. |
Copyright (C) 2003 Riccardo Bagnato [www.bagnato.it]
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