Berlin, mon amour
Milano, 30.09.2003
 
Ci fu un tempo.
Fu Brunnenstrasse un tempo.
Fu in quella, e fu per caso.
Poi fu per voglia. E tu,
per ciò che neanche io conosco.
Ma non per questo, non fu per molto
che ti lasciai però
tutto nascosto.
Fu un tentativo,
fu quasi per suicidio,
fu forse annegamento.
Fu il lento, il chiaro
sentimento che potevo.

Fu un tempo, e il tuo sorriso
fu il prezzo, e il seno tuo
fu l'Universo, ed io
fui il resto.
Fu quasi. Fu certo.
Fu Klaus und Peter.
Fu molto altro.
E non fu molto.
Ma furono momenti
sottili in mezzo al mondo
che furono che fummo.

Fu il seguito.
Fu male,
fu il vento un piccolo uragano
tra le parole e il sale,
fu quasi tutto il mio respiro.

Fui solo, cinico, perverso,
due scarabocchi in bianco e nero,
e sotto i tigli il resto.
Fu in macchina,
dall'altra parte l'Occidente,
la storia altrui, l’accento russo,
in mezzo a un quasi buio,
che riavvolgemmo il nulla.
Ma per finire:
fu in bici,
fu dietro a un muro di parole
che non ricordo, o che non so
più pronunciare.

Fu quella sera,
fu il mio cervello
un'altra volta in fiamme,
fu quella sera,
andata per andare,
ma fu un ritorno,
fu quella sera,
ai margini del mondo
che fummo lentamente
di fronte a ciò che abbiamo perso.

Fu strano, bello, e fu lontano.
Non fu per altro
motivo o scrupolo che il giorno
fu giorno, che in quello fummo
qualcosa in cui non siamo.

Fu Brunnenstrasse, un tempo.
Fu tutto il resto il luogo
in cui non fummo e siamo
ritornati un giorno a dirci,
fu in quella, e fu per caso,
poi fu per voglia, e tu,
per ciò che neanche io conosco;
ma non per questo, non fu per molto
che ti lasciai però,
fu il resto.

 
Copyright (C) 2003 Riccardo Bagnato [www.bagnato.it]
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