Brenta-Moscova
Milano, 18.04.2003
[a un concerto di Noa]
 
Facce slave,
si fossero appena addormentati
sospetti come chi si aggira
dentro agli incubi
		dopo secoli di veglia.
Due ragazzi
ragazzini, occhi nel passato,
adulti appena nati,
scendono a Crocetta, mentre scorre
il tempo prima del concerto.
Platea soltanto
piena di buon senso milanese,
		aspetta.
A Centrale sale e scende
il mondo
cambia pelle il giorno,
partono i soldati andati in guerra
tornano i feriti della Terra.
Cambio il passo
		filo rosso
e senza gamba,
barba incolta,
sacchetto al collo, si prepara,
s’alza ed esce entrando
dentro a un colmo:
fuori il venerdì
dentro il sabato è accaduto
come accadono le cose
alla stazione successiva:
		 Gioia.
Garibaldi e poi Moscova,
“Girotondo” per Jolanda,
in libreria nessuno
		ma fuori
la distanza che separa
lo smeraldo che cercavo
e il qui si chiude
dentro al palmo di un anziano:
		dice grazie,
a un euro in più,
a un euro in meno.
Venerdì particolare: santo
		e salutare,
scivola, rimbalza, scorre e danza
senza dire nulla avanza. Dentro,
il palco mi capisce
recita una parte che comprendo
aspetta il gruppo ed anch’io attendo
il momento nel mio posto,
		spengo
cellulare, la mia testa e resto
dentro
al salotto di “anche tu” ed “ era tanto…”,
sguscio nell’armadio dei pensieri
nella stanza degli affetti,
vesto i panni di un anonimo
palazzo in riva al mare
a Rimini d’agosto.
		Il sole,
basso in mano che entra in scena
siede e si prepara.
La chitarra non si accorda,
la tastiera accende tutto,
percussioni al fianco
e batteria dall’altra, son tutti pronti.
Lei rinnova un nostro applauso
e non lascia più il sorriso.
Canta piano o a squarcia gola,
è un talento che non lancia
un solo stupido
segreto invano.
“Oggi è per noi quel giorno
in cui festeggi una promessa
		la libertà e la Terra,
da voi al contrario è Pasqua, da noi
è guerra.”

 
Copyright (C) 2003 Riccardo Bagnato [www.bagnato.it]
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