Un giorno a Milano | ||
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Come su specchi ho visto due ragazzi dirsi addio. Entrambi nella folla incastrati sulla strada come due sassi nell’asfalto a due passi da un abisso. Piangere a dirotto tanto da non sentir più nulla, dal cielo fino alla terra tenersi per gli sguardi in fondo alla scena: troppo feriti per essere onesti, avrebbe voluto dire t’amo e lei lo stesso. Ma poi li ho visti lasciarsi andare con gli occhi alla gola senza un grido, una parola, in collisione come due stelle in cielo e poi di nuovo separarsi in volo ed eccola qui: questa scena ha mille anni e loro qualche secondo ancora. Si sarebbero girati, fragili come una frase non detta, per lacerarsi e di nuovo incontrarsi per trovarla, e davanti a quella nel punto esatto in cui si perde per sempre perderla nel mentre la gente attende in fila come un fiume sulla terra poco prima, consumando al sole il maquillage dei massimi sistemi. Essere per un giorno giovani, e per un secondo morti. Lui cercherà nel mondo un posto, lei cercherà il resto. Fino a farsi fragile realtà dondolando, vacillando fra i suoni e le sue bugie, le sue parole, le mie, quelle rimaste addosso che ho perdute implorando un giorno a Milano. |
San Francisco, 13-07-2002
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Riccardo Bagnato [www.bagnato.it]
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