La bussola del destino
Modena, 20-03-1998
 
Saranno stati i tuoi no di carbone acceso,
saranno state le tue labbra ferme come scogli,
saranno i flutti come sassi rotolanti dietro al fiato
alle mie parole come onde periferiche e mulatte
che dal mare per stendersi ritornano
nel buio della luce calda e dolorosa sulla faccia,
le orme fatte da qualcuno sul mio cuore
che non riesco più a seguire,
che chiudo a chiave in cielo
fra le vertebre e i polmoni di lino e seta
nel profumo di una donna, col tuo sorriso.
Inchiodato fra le nuvole e altre nuvole ad abbaiare
dietro al vento ad abbracciarsi in branchi nascondendo
fra le gambe la coda e una poesia,
un brivido flamenco ed effimero
creolo avvicendarsi di nervi inzuccherati
in un gioco popolare per cui
non serve andare via, ma ritornare.
Al buio, come un raggio le mie lacrime
a scaglie tagliano il senso di un applauso,
come fra le tende sulla scena del mio sangue,
io nuoto e poi sprofondo catramato in blocco a picco:
nella sola speranza di non poterti avere
e i piaceri che a me solo concedevi.
Oltre la finestra da cui entra la tua voce antica,
cruciverba di lentissimi ricordi al sole,
voi, lacrimevoli ancore nel mio male, ora voi
col vestito migliore, scivolando di sera in un casché
sull’oceano del suo nome, chez, Didone.

Copyright (C) 2001 Riccardo Bagnato [www.bagnato.it]
La copia letterale e la distribuzione di questo testo nella sua integrità
sono permesse con qualsiasi mezzo, a condizione che questa nota sia riprodotta.