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Genève, 21-06-1997 |
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Acerba come una superficie ha lo spessore di una fuga questa parola che scivola infinita limpida premura immaginifica risata di quello che eravamo, della voce spaiata sillabica di una sera che termina bisognosa d’amore come un’onda ripetuta in mezzo al mare crescendo, spiando il senso del mio passare al largo, stai. |
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