Poi, dicesi di parola inesistente
Modena, 30-09-1998
 
Per non prenderci sul serio siamo forse
capaci di dare le spalle al mondo,
all’esistenza giriamo intorno,
ci affidiamo al tempo che ci resta,
poi un giorno, pestando i piedi
alla realtà i pensieri come polvere soffusa
luce fioca e polverosa che nasconde
crescono inutili spezzandoci le vene e
poi, dicesi di parola inesistente,
se ci va bene, saltiamo sul carro
di quelli che l’avevan detto,
ma poi, di parola che precede senza dire,
ci sorprende in gola, essere lì
da sempre il nodo, il cappio stretto
da tutto ciò ch’è stato scritto, più profondo
senza o col prestigio della storia;
ma è proprio qui il segreto. Pur sapendo
si fa, si scrive, come respirando
la stessa aria non si fa che respirare.
E poi, di tanti pensieri inutili,
per molti non vi sarà che un nome,
per altri un corso monografico, un libro
un posto, doppie apici honoris causa
in pasto ai vivi per appestarvi in testa
una consolazione, del ritmo con cui
si vive fra chi l’ha detto o non l’ha detto
fra chi l’ha fatto o chi non l’ha fatto
scappare, aiutare, rendere felice, amare
dove ci porta il carro, nel lazzaretto:
a cercare la parola che non esiste,
questa mai pronunciata scritta,
per impiccarvi un io introvabile,
che si vergogna d’esser solo!
Fosse oro, ci rendesse il senso o immortali
felici, salvi o giusti, avesse il gusto
dei baci che in te ho sprecato, il cuore,
il fegato di perderli ancora, lo stomaco
di riscordarli, ma niente, niente
proprio niente, solo un’orgia
in the moonlight.

Copyright (C) 2001 Riccardo Bagnato [www.bagnato.it]
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