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Genève, 18-06-1997
 
Come posso scordare
i sogni che perforano la notte
come neve sul mio corpo
e scioglie i dubbi
che vengono a disfarsi dolci e sonori
flettendosi in questa
lacrimevole diplomazia sul dorso
gli sguardi glabri e invisibili
sui gladioli bagnati all’alba
di una paura più alta ancora;
come il seno di una donna
sperato fra le mani per le ore
che rimangono, rimango lì
attendendo a scrocco
converso con dolcezza
con quella ragazza impaurita,
e sedotta dai versi che faccio
fossi da dentro una caverna
a divorare rompendone le ossa
il segreto fra le sue gambe.

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