Per Strasburgo
Strasbourg, 11-11-1996
 
Un ricordo dal cuore,
una lettera per posta che non arriva mai: spedita.
Lo sai che fai?
Una bella pisciata nel bosco,
che tutto quel buio,
una bella pisciata sul ponte,
dal ponte,
sui cigni,
sul petto del fiume.
Un morso scontato “in questo momento
non siamo in casa” la tristezza
alza la cresta, un gallo a cui hanno mangiato
l’amante.

Lui era piuttosto un secco vino alsaziano
che rimane elegantemente qui
lei era altrove.

La stessa ironia che allunga e allaga
il fiume, la goccia che mi fa travasare
fuori Strasburgo, sipario francese:
mentre un bel direttore di coro
il tempo è lo stesso
ma io non ti bacio da mesi.

Una scena con vista
sulla chiesa, sul fiume, d’un côté il Café Brant,
penna, quaderno, vetrina ecc..
una prolunga senza elettricità
peccato di gioventù che fa tanto artista.
Forse un giorno, questo Café
mi vedrà occupato
a risplendere di te
che qui reciterai
gl’occhi, quelli di una donna monumentale
e innamorata mi mettono
le lucciole nel cuore,
potrei
e ricomparire nel suo
come un prestigiatore;
allora nemmeno Udinì riuscirebbe.
E` un bene questo
forse morire
in un golfo sotto natale.

Quasi quasi mi distraggo
fino a che una sberla
mi sterzi, mi strazi la faccia. Quasi quasi
mi distruggo, ma prima
mi voglio vedere
come fanno gli attori
come fanno gli attori?
Dribblano gli applausi questi matador
tra colonne di vapore
a volte di sigaro padano... dall’altra parte
della felicità
vanno al mare in pantofole
senza uscire dal letto,
sognando distanti le idee più grandi
un vicinissimo universo
patria di stelle ingombranti,
come un re sotto scacco,
con cieli medioevali d’un greco intenso;
sono arcieri
quando qualcuno si mette a zebra
fra loro e - kalaschnikov da notte in punta - ‘a luna.

Di lana glaciale questo cappotto d’ottone!

Una lanterna ninfomane si muove come una regina
al centro d’Europa, anche i cavalieri
scappano gli alfieri, vuole il re?
Ancora alcuni passi di danza quotidiana e scivolo
come un’informazione
un incidente mortale. Dimenticavo
gli anni che compi, ma
non c’è scritto niente in questa città
e non sono riuscito a prenderti
appunti:
un boulevard che non è una scorciatoia
inondati di torri illuminati
sono un lungo bicchiere di whisky
bevuto per coprire il tempo e la regina..
..un architetto ha macellato qui il suo crayon
è chiaro, progettando il tempo del tuo amore;
per ora basterebbe un qualsiasi
seno, giocondo
su cui versare gli anni miei
e ubriacarmi d’invidia.
Ma ora vive con un uomo
anche se non ho bisogno di vederlo
per ricordarmi il suo gusto
e dice - siamo -.

Un passo schiavo dell’altro:
riverse bianche barche festeggiano
la nullità del fiume anche a quest’ora
i turisti galleggiano in sight-seeing
in side-car coi loro obblighi o bambini,
questi poveri battelli pettinano l’acqua
con forzata lentezza come un complotto
e basta
un pedone fra i pochi
a domandare che ore sono, dov’è,
a moi, il re!
Intanto sembrano ancora stelle quelle nascoste
da un incontro, come caselle libere
e invece vibrerebbero anche sotto il sole
“ma non correva, piuttosto come una nuvola
rincorso e pedinata da un kazoo
fece il giro della canzonetta fischiettata;
dopo uno sputo di paura come un giuramento
prese a recitare verso il nulla
un tango tra le città, viste come lettere mai spedite
o tutte insieme: avesse la testa in fiamme
si raccontò veloce una barzelletta addosso, piagnucolosa
che avrebbe allagato il fiume.”

Stessa età questa stagione
di teatri nei fiumi
gettata fra i loro applausi
ciaff, ciaff, ciaff, pourquoi
il tuo abbraccio fra i flutti e souvenir
sarebbe quando fuori c’è freddo.

Perquisizioni senili come questa
abbracciata da un golfo di donna
faranno certamente
stireranno i grembiuli, faranno il the
avendo per verità un panno incontinente
un languido imballaggio per l’anima che va.
Come una canottiera.

Io, ora, torno di terra di sale, fino
a casa,
e mi guardo la lingua del Reno
raccolta in una finestra
spingere la testa
a sinusoide nella città, fuori e dentro
come una lumaca in cerca del tuo corpo
e poi: una risata col mare
che posso, solo
annegare nelle voci del mio male.

Copyright (C) 2001 Riccardo Bagnato [www.bagnato.it]
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