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O, dolce rosa rossa quando i petali, che dal viso fino ai piedi si sollevano per cadere, e sembra esalino l'ultimo respiro, o sul mondo sembrano finire, io so quel che rimane nel tuo sguardo, sul terreno, dentro il cuore. Un solitario malinconico sentire il tempo che non può tornare, gli orrori delle guerre, del passare di amori senza mai capire. Fino a quando gli uomini, come calpestati petali la propria solitudine calpestano e s’accorgono d’esser vecchi, e non hanno più il potere di star dritti o per ore sotto il sole, e si piegano sui ricordi di cui inseguono l'odore, lento e marcescente come di una fiala velenoso insistere negli occhi di chi guarda. Io lo so con precisione dove i petali perduti son finiti. Un uragano, il vento, un acquazzone li ha spinti fino a un luogo dove, rinfrescati dall'acqua su cui stanno per molto ancora copriranno il fondo in cui l'umanità si nasconde dai raggi semplici del sole. Ma altri colti da una mano misteriosa finiranno sul suo grembo o dentro un libro rimarranno, fino al giorno in cui per distrazione chi ha ascoltato questa storia guarderà la pagina importante aperta e tutto ciò che saprà fare sarà leggere o capire, senza più sentire lento, marcescente, il loro odore lentamente svanire. |
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(Milano, 02-12-2001) | |||
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