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Chissà chi mai ho amato amando te, amore fra i glicini e il sambuco fra il grano e l'erba medica nel campo? Fra il dolce opportuno segreto dell'erba, fra lunghe carezze sfinite sul volto, sul seno scoperto color madreperla tu, il migliore fra i baci mai colto. Chi, fra i dubbi, un sospiro mai dato m'ha preso in prestito e rimuove ogni mattino, ogni languido e castrato istante che lascia e poi riprende, di un fiore francese le spine. Chissà chi ho veramente amato? Forse il lento scorrere di un dubbio, o il tacito seguirmi al passo, quel fragile apostrofo amoroso che il sangue suggerisce al cuore, che il vento ha suggerito al sasso. Chissà se ho amato? Semmai sia stata illusione, un credo o piuttosto il fato, chissà se amando te, non abbia osato non abbia avuto ciò che dal passato ogni giorno raggiunge il cuore e lo spreme chiedendosi il perché. Perché ancor oggi, fra i glicini e il sambuco si nasconde, si muove lentamente dentro a ciò che cerca mestando e rimestando e sta, fingendo di amare ancora la speranza, fra i glicini e il sambuco, fra il grano e l'erba medica nel campo un uomo giovane e pertanto, affranto. |
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(Milano, 12-03-2001) | |||
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