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Il male immenso di un ricordo che scimmiotta, di un gelo intenso e crescere nel mucchio un viso, e in là rincorre i rivoli dagli occhi fino al cielo senza mai sapere in fondo nella mente, quanto soffre nel starci dietro e percorrendo, il tragitto al contrario fino a dove il vuoto si ritrova e prende il salto, fino al punto, in cui in balia del caso cade e dice "Vengo, non temere, mio tesoro" il giusto tempo. Un piccolissimo miracolo s’avvera, la memoria che ritorna, a quel suono immenso e spinge, quando il lento mescolio, di un cuore giovane s’inebria, e finge. |
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(Milano, 30-11-2011) | |||
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