Fino a me

 
 
Se il mio viso, ora
ti sembra trasparente, in qualche modo,
il fiato mozzo, se ad ogni bacio
ti soffoco o t'imbarazzo
e se persino ogni altra cosa,
ogni sguardo, ogni parola e il puzzo
o lo smalto del mio corpo
ed ogni singolo pensiero o immagine di me
ti disgusta.
Se avvicinandomi ti accorgessi
dell'umiltà nel sottobosco
dei gesti e delle mie attenzioni,
e tu, seccata da ogni profusione
da ogni minimo rumore del mio cuore,
come una pianta che nel vento
né si piega, né si spezza, così fossi;
se ti sentissi fragile
ma fortissima abbastanza
per rigettare nel buio inequivoco
della mia squallida ignoranza
ogni singolo momento purché
del dolore non abbia la sembianza
e nemmeno il suono;
se provassi almeno
a scordare allora la distanza
e piegando obliquamente o volgendo,
per cercare qualche cosa,
una luce, un raggio sottilissimo
come un filo teso e dritto tu dovessi,
per trovarlo finalmente,
spostarti e da un angolo diverso,
tenendo il tuo sguardo fisso,
una luce, un raggio che perfora,
se per farlo tu dovessi
scansare la bruttezza che raggira
e che ti butto addosso,
che ricopre la gente di parole, allora
una luce, una fune luminosa
che solo da quel punto si vede tu vedrai,
o rosa, colta un giorno e custodita
invano fra le mani di una sposa.
 
(Modena, 27-08-1999)
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