Chiedo perdono | ||
Milano, 05-04-2002 | ||
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Come ho potuto Riguardando il tuo corpo, il tuo sorriso In negativo mi domando Lasciare le tue forme e andarmene a sbirciare nella serratura di questi anni Senza accorgermi del tuo non essere Che l’imperfetta incarnazione Del mio malessere oramai. Quel tuo pudico baciare Che dal petto al linguine Annusava il punto esatto in cui Mi avresti lasciato il segno Ma soltanto un segno, e poi L’imbarazzante ascesa degli impegni Le fughe per le scale Nei vicoli della disperazione, al suono del dolore con cui si lascia un altare dopo messa e un morto nella cassa. Ti chiedo perdono quindi E tu perdonami se puoi. |