E solo per paura | ||
una preghiera | ||
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Dio mio, che dalla valle avresti urlato, ridere e scherzare è stato faticoso, vi fosse stato ancora qualche cosa, uno sguardo senza più paure, il coraggio di crescere, ma rimane quello che si è sempre stati dentro ciò che non si vuol sapere. Esseri che non hanno mai imparato, amati un anno un giorno ed ora vederli rotolare in quella parte che non pensavo avere, di chi non ha vissuto fino in fondo e vive a distanza d’offesa dietro al mondo, e che nasconde della solitudine il vagito dietro la fortuna, e osserva. Se stesso osserva solamente. Dove la malinconia come neve copre il volto e imbianca i sentieri nel bosco e i suoi pensieri. E in ogni frase come una conchiglia, avvolta in mille scuse in riva al cuore, puoi ascoltare il suo no, e un saluto è un addio perpetuo, il cuore un coltello che taglia il vuoto. Mio Dio, avresti urlato, avresti detto, nel vedere quasi fossero due cani i suoi occhi senza il padrone ripetere gli stessi errori, ma hai taciuto. Non avrebbe rinunciato a nulla, non avrebbe mai più dato nulla e non avrebbe mai saputo della forza e i benefici del perdono, o il coraggio del dolore altrui. Avrebbe cercato il meglio di ogni cosa, trascurato il bene, la disperazione, del passato avrebbe colto il segno e non il suo significato. Di un dolore avrebbe detto, di una paura avrebbe forse ricordato un aneddoto, ma non avrebbe mai osato tendere la mano, offrire aiuto, o dire le parole in cui credeva. Perché l’unica persona amata sarebbe stata un’altra, se non fosse che il miracolo è compiuto, lo sento delle due l’una ha preso tutto, il sopravvento, e solo per paura. |
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Torre Maina, 29-06-2002 |
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2002 Riccardo Bagnato [www.bagnato.it]
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