Lo splendore delle banalità
 
 
Per due soldi
venne la vita e vennero i colori,
poi venne dipinto in chiaroscuro un ladro,
un giullare, una luna, un lunaro, madamadoré,
un vecchio innamorato di te,
due re e una regina.
Un uomo, doni per la pioggia,
abbraccio antico, lui sotto un tiglio,
un bimbo al fianco.
Uno, due, gl'occhi del villano,
tre quelli del veggente,
ma per due soldi,
mentre la luna mordeva il buio
e le farfalle han preso il volo
dal tiglio sul ciglio
su un altro fiore posavano mio figlio, e lui
che sogna un vecchio
sotto un tiglio che sogna un figlio,
un giullare, undici guerrieri, la regina,
dodici mani come mesi,
che raccolgono stagioni, la Fine di un pensiero,
che raccoglie il corpo antico
abbracciato al tiglio e un cantico per te:
“Dove sei andata, madamadoré?
dove il tuo seno, l'odore, le labbra?
Nel cuore che mi lasci in questo bosco?
dove la sfera, come evitare l'orco?
Verrò a salvarti, ti porterò con me,
dove potrò sdraiarmi negl'anni sugl'anni
suonando flauti, cetre e mandorle, tamburi e liuti.
Dove e quando il vuoto, il vacuo venir del vento
farà cadere i frutti e dal mio albero cadrà il silenzio.
Quando saprò lasciare in verità la presa,
il tempo lasciarlo e abbandonare le mie dita,
la vita che sragiona fra me e il dolore,
clessidra amica, nemica sfinge impallidita,
figlia di notte allegra,
presso un tiglio in fondo al fosso.
Un ragno nella torre Merlino, adesso,
dimora piccola soffitta in cielo,
all'ombra una sconfitta,
desidero tra l'acqua e il fuoco,
nella partita che gioco e sento
nel cerchio d'un duello,
la brezza calma e generosa
venuta e poi scomparsa fedeltà o rapita, rosa.
Felicità d'un tempo che non perde,
bagnato torpore e notti scosse,
come cavalli al trotto in un caldo agosto,
senso e non senso in verità che avvolge
di preghiere la luna con le sue perle,
dove ristagna il cuore a serpentina,
dove si muove, alza la testa, piange e duole.
Modena, 21-09-1993
Copyright (C) 2002 Riccardo Bagnato [www.bagnato.it]
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